8. Africa

Un angolo di Paradiso

Caro Amico,
oggi ti racconto del mio viaggio in Africa.
Sono stato in Sudafrica, sulle colline di Johannesburg, circa 1500 metri sul mare.

Da quelle parti gli inverni hanno notti fredde, che sfiorano lo zero, giornate tiepide e soleggiate, precipitazioni assenti. Si apprezzano i tramonti e l’azzurro del cielo quasi sempre limpido. Poi arriva la primavera e si fa perdonare tutto il freddo dell’inverno. Le giornate diventano calde, le notti tiepide, c’è la stagione delle piogge che inumidisce il terreno e permette alla natura di rinascere. Le campagne si riempiono di colori, alberi e cespugli fioriti formano uno scenario da lasciare senza fiato. Cespugli rossi, Jacarande viola, fiori gialli, gelsi carichi di more rosse e nere, più o meno dolci. Uccellini gialli, neri con ali dai riflessi blu; i Crane, uccelli tipici di queste terre, non sono bellissimi e sono decisamente rumorosi ma anche pittoreschi e caratteristici del luogo. Il cielo è di un blu intenso con nuvole che sembrano batuffoli di ovatta, si ha l’impressione di allungare la mano e poterle toccare. I tramonti non smetteresti mai di guardarli, io avevo trovato un posto ideale con visuale completamente libera, stavo parecchi minuti a osservare, notevole la velocità con cui luce e colori cambiano!
Come non raccontare delle escursioni in cui ho visto bisonti, zebre, leopardi e leoni.
In primavera l’altopiano di Johannesburg è un angolo di paradiso, come non innamorarsene? In questa stagione ho cominciato a sentire il mal d’Africa, all’inizio cercavo di resistere, poi mi sono lasciato andare. I più esperti mi hanno detto che una volta preso dura tutta la vita. Il vantaggio è che non servono medicine 🙂

La gente è estroversa, simpatica, solare. Quando in strada si incontra uno sconosciuto è normale salutarlo dicendo “Ciao come va?”. Lui risponde “Ciao, bene e tu?”. Al che gli si dice “Bene anche a me, grazie” e se si vuole si comincia a parlare del tempo, dei fiori o di qualsiasi altra cosa. Fra uomini anche di donne. Si ha la sensazione di non sentirsi mai soli.

Il Sudafrica è un paese dalle mille contraddizioni. La differenza fra benestanti e poveri è fortissima. Ci sono aree recintate, con polizia privata, dove si trovano i “lodge”, cioè ampi appezzamenti di terreno con casa patronale, dependance per i custodi, giardini, piscina, vialetti e un sacco di spazio verde. Ci sono maneggi e gente che va a cavallo. Ma basta qualche minuto di macchina per trovare le bidonville. Quartieri di baracche e case fatiscenti, sporcizia, strade piene di vetri rotti, donne che aspettano pazientemente l’autobus, gruppi di giovani che ti guardano sospettosi. Se guidi di notte, quando arrivi in queste zone è meglio non fermarsi ai semafori rossi, è una delle prime cose che mi hanno insegnato. Tale situazione alimenta, purtroppo, la criminalità. Gente simpatica, amichevole e criminalità diffusa, sono uno dei volti di queste terre. In città puoi trovare bei quartieri signorili e quartieri tipo bronx con prostituzione, teppismo e locali a luci rosse.
Uscendo dalle città e imboccando le strade di grande comunicazione a quattro o cinque corsie, sembra di essere a Los Angeles (detto da chi c’è stato), ma appena ti avventuri sulle vie secondarie trovi molte strade sterrate. Il Sudafrica è ricco di risorse naturali, miniere d’oro e di diamanti, ma non produce abbastanza elettricità da soddisfare il fabbisogno, in estate e in inverno (con condizionatori e stufette) programmano dei blackout a scacchiera. Non è raro trovarsi al buio.
Con tutto questo il Sudafrica è e rimane un paese meraviglioso, un paese libero, questa è una delle cose che più mi sono piaciute, molto più libero dell’Italia. Non c’è tanta burocrazia a soffocare qualunque attività. Chi ha spirito d’iniziativa, coraggio, intelligenza, può avere successo.

Un racconto a se stante è lo spasso che provavo nel guidare la vecchia Mazda presa a noleggio. Avevo il volante a destra, il cambio a sinistra e dovevo tenere la sinistra con tutte le manovre, svolte e rotonde, al contrario. Gli incroci te li raccomando, a volte con i semafori spenti erano una specie di roulette; la precedenza non ce l’ha chi viene da destra ma chi è più vicino all’incrocio… La Mazda comunque aveva un bel cambio, preciso negli innesti e un motore piacevolissimo con un sacco di tiro ai bassi regimi, le salite le faceva tranquillamente in quarta. Qualche volta mi divertivo anche a sgommare ai semafori 🙂 La mia abilità di tecnico è stata preziosa per farla partire e camminare, io e lei ci capivamo davvero bene. Accendendola al mattino a volte una valvola si bloccava, allora aspettavo che la sede si lubrificasse per bene, che il funzionamento tornasse fluido e solo allora partivo. La sera, se ero in anticipo, facevo un giro più lungo per il solo piacere di guidare. A volte scendevo fino a Johannesburg.

Ho alloggiato in case con magnifici giardini e piscine, i famosi lodge. Ho conosciuto tante persone brave e simpatiche, fatto nuove amicizie, migliorato il mio inglese, maturato una sensazione di pace interiore e continuato un percorso spirituale che mi porterà lontano.
Per chiudere, come non parlare di loro, ho conosciuto donne straordinarie. Due potevano reggere il confronto con Emily. Entrambe già sposate…

Sono tornato da poco ma il mal d’Africa già si fa sentire. Credo che tornerò presto…


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