19. Jennifer è un sogno

Al Vintage Cafe

Caro Amico,
riesco ad invitare Jennifer, durante una pausa fra le lezioni ci incrociamo al bar e non perdo l’occasione. Sono un po adulatore, lascio un po di curiosità. Lei accetta.
Organizzo la cena con cura, luci soffuse e candele, rose rosse per lei, champagne.
Quando arriva le si legge in faccia che e colpita, anche le rose fanno il loro effetto. La cena è allegra e spensierata, parliamo di noi, delle nostre avventure, dei viaggi, degli amici. Riesco a farla ridere parecchio. Lo champagne aiuta. Penso di aver fatto buona impressione. Alla fine le chiedo quando ci rivedremo. Lei sorride, dice che ci vediamo presto. La aiuto ad indossare il cappotto, sarebbe il momento giusto per abbracciarla e iniziare a baciarla sul collo. Mi chiedo se sia la cosa giusta da fare, esito, la verità è che ho paura. Ormai l’attimo è sfuggito. Lei si sofferma prima di uscire, poi mi saluta con uno dei suoi sorrisi luminosi. Io saluto e resto lì imbambolato, non so cosa dire né fare. Inutile nascondercelo, con donne serie come Jenny non sono capace. Come comportarmi? Farmi avanti o trattenermi? Desidera un’avance o mancherei di rispetto? Finisco per fare magre figure in ogni caso. Al diavolo, vedremo la prossima volta. Se ci sarà una prossima volta lo capirò dal suo comportamento.

Esco dal ristorante e mi dirigo al Vintage Cafe. Ho appuntamento con i miei nuovi amici. La chiusura della portiera segna il “cambio giacca”, ora indosso quella notturna.

Il Vintage non è molto diverso dal Bues Ballads. Penombra fumosa, ti senti addosso tanti sguardi. I miei salutano una giovane donna, capelli castani e occhi blu (vedi foto). Siamo nel privé. Sta bevendo un caffè. La fisso negli occhi senza staccare lo sguardo un attimo. Sono ipnotizzato. I suoi occhi mi rapiscono al punto che vado in apnea, manca l’ossigeno, respiro affannosamente e torno in apnea… Lei mi fa qualche domanda, di dove sono, che sigarette fumo, che donne mi piacciono. Rispondo senza rendermi pienamente conto di quello che dico. Non le chiedo neppure come si chiama.
Le mie labbra si avvicinano lentamente alle sue. Non stacco lo sguardo dai suoi occhi e lei non lo stacca dai miei. Non vedo le sue labbra ma so che si avvicinano molto lentamente. Non si stanno ancora toccando ma provo gia una scossa. Non ho scelta, il desiderio è troppo forte. Quanto saranno dolci le sue labbra? Continuo a fissare i suoi occhi. Le labbra si toccano. Prima si sfiorano, poi si strofinano leggermente. Mi sembra di perdere il contatto con la realtà. Prendo le sue labbra fra le mie. Sento il sapore del suo lip gloss alla ciliegia. Sono passati una manciata di secondi ma sembrano ore. Le mie braccia la stringono in vita, sento il suo corpo sottile e muscoloso. Lei mi stringe mentre mi mordicchia le labbra. Mi tiene in pugno. Perdo definitivamente il contatto con la realtà. Mi sento morire, o forse vivo come non mai…


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